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Titolo Originale:

Nitrate kisses

Titolo in Italiano:

Baci al nitrato
Regia: Barbara Hammer
Durata: 67'
Genere: Sperimentale - Experimental
Anno: 1992
Nazione:  Usa
Colore/B&N:
Edizione:   (retrospettiva Barbara Hammer)

"Per Barbara Hammer, lesbica e cineasta sperimentale, il ricorso ad una froma espressiva meno astratta e più dimostrativa corrisponde senza dubbio al desiderio di riallacciarsi ad un pubblico più vasto, ciò che attualmente i ristretti circuiti del cinema sperimentale non le permettono di fare. Da un punto di vista tematico e formale, Nitrate Kisses ha più sorpreso per i rapporti sessuali mostrati che per il suo aspetto documentario. Le sequenze dedicate a sessualità tabù e respinte dai discorsi dominanti (relazioni tra lesbiche anziane, tra due maschi uno bianco e uno nero, tra giovani lesbiche fortemente connotate come sado-maso) hanno dapprima irritato o addirittura aggredito alcune di noi, facendoci dimenticare ciò che il film propone al di là delle immagini un po' provocanti e provocatorie. Al livello della ricerca documentaria che ne costituisce la trama, Nitrate Kisses può essere inteso come una riscrittura cinematografica personale della storia delle lesbiche bianche americane. Barbara Hammer, in effetti, interviene direttamente nelle riprese filmando delle immagini astratte che sceglie di montare insieme alle testimonianze di lesbiche che ha incontrato, e alle biografie di altre lesbiche (tra cui la biografia della romanziera Willa Cather). Essa fa riferimento anche a se stessa nel commento finale, quando si interroga sul comportamento di certi artisti. Infine agisce sul montaggio scegliendo di strutturare il film in tre parti che delimita con tre cartelloni sui quali le spettatrici possono leggere, in contrappunto a ciò che è detto e mostrato, delle citazioni di Adrienne Rich e di Michel Foucault sulla scrittura e la sessualità. Queste diverse espressioni permettono di costruire un punto di vista che eccede le proposte strettamente documentaristiche e militanti del film. Parallelamente ai discorsi politici sulla necessità di archivi e biografie di lesbiche fatti da e per le lesbiche, Barbara Hammer ci propone di riflettere sui rapporti della comunità lesbica con la storia (1° discorso), con la cultura (2° discorso), con la sessualità (3° discorso). Nitrate Kisses articola così almeno tre livello di lettura. Il primo livello concerne l'aspetto documentario. Ripercorrendo il film al livello del sonoro, dato dalle voci delle biografe, dalle testimonianze e dalle canzoni delle lesbiche, questa prospettiva sviluppa i due primi discorsi: quello della storia e quello della cultura. Questi corrispondono al taglio in tre parti delle immagini che ci mostrano tre pratiche sessuali tabù. Incrociando il montaggio di sessualità di lesbiche con dei piani di manifesti e di titoli di romanzi d'epoca e soprattutto con delle immagini non figurative filmate da Hammer, la prima e la terza parte del film avviano un discorso sul rapporto delle lesbiche con la storia, proponendo la biografia fatta dalle lesbiche come la sola risposta possibile all'amnesia della storia ufficiale. Poste all'inizio del film, a mo' di epigrafi della prima e della terza parte, gli scritti di Adrienne Rich, attraverso il problema della biografia, approfondiscono la questione della scrittura per le lesbiche, poiché le parole non fanno solo testimonianza, ma creano senso. La seconda parte del film, dedicata alla sessualità degli omosessuali, innesca un altro discorso sul rapporto delle lesbiche con la cultura. Il montaggio alternato di una sessualità gay con le sequenze di Lost in Sodom, il primo film gay scoperto da Barbara Hammer agli archivi George Eastman, ci consente di confrontare le rappresentazioni che gli omosessuali e le lesbiche possedevano negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale. Questi estratti di film ci inducono a riflettere sulla specificità della cultura delle lesbiche. Ci portano a credere che gli omosessuali americani, grazie al cinema di Hollywood, erano meno oppressi delle lesbiche, all'epoca private di immagini poiché senza rappresentazioni cinematografiche. Questa affermazione, che pone la questione della funzione del cinema e delle arti visive nella costruzione dell'identità lesbica da un punto di vista rappresentativo, può essere confrontata con altre tesi che sostengono che, malgrado l'assenza di immagini, il cinema ha giocato un enorme ruolo per le lesbiche, abituate nella loro invisibilità a leggere i film come degli infra-testi, cioè a scoprire 'tra le righe' codici lesbici. Il secondo livello di lettura del film ci permette di intuire la questione della funzione sociale della sessualità. In modo molto significativo, quest'ultima percorre le tre parti in cui sono suddivise le immagini. Inoltre, le scene delle tre sessualità sono sottolineate da commenti e proposte che dipingono tre pratiche sessuali tabù: sessualità tra lesbiche anziane, tra omosessuali bianchi e di colore, e tra lesbiche sadomaso. Queste scelte, dimenticate o negate dai discorsi appartenenti sia alla società sia alla marginalità, ci inducono a credere che la sessualità, quando è trasgressione di norme, è per Barbara Hammer per sua natura sovversiva. Lo testimonia la citazione di Michel Foucault che la regista fa sua, e che invita a pensare che i meccanismi del potere portranno essere minati soltanto dall'irruzione del desiderio nella società. Portare all'evidenza questo legame tra sessualità e società impegna la Hammer a parlare a favore dell'insorgere di una nuova economia del piacere, da cui la presenza costante della sessualità più come altra fonte discorsiva che come rimozione di divieti o provocazioni. Altro livello di lettura è quello che intende intrecciare la questione del cinema con quella della scrittura e della sessualità. Realizzando il suo film, Barbara Hammer partecipa alla restaurazione della memoria lesbica fin qui occultata. Trovare delle tracce orali (canzoni) o visuali (manifesti, film,...), raccogliere delle testimonianze (interviste) è certamente ricordare, far conoscere la storia delle lesbiche contrapposta alla storia ufficiale. Ma mostrare le sessualità e parlarne in rapporto alla storia, alla cultura e alla sessualità è di nuovo 'dire', 'parlare': è quindi anche 'scrivere'. La cinepresa e il film stanno dunque alla regista come la penna sta alla scrittrice. Scrivendo col film, la Hammer utilizza un supporto che metaforicamente rischia in ogni momento di incendiarsi (infatti il nitrato è stato abbandonato negli anni Cinquanta perché la pellicola era altamente infiammabile), proprio come la sessualità lesbica o omosessuale che rischiano di far saltare le serrature della società. Poiché la sessualità sta alla società come il cinema e l'immagine sta alla scrittura, Nitrate Kisses ci conferma che la scrittura, cinematografica o no, contiene in sé un potere altamente sovversivo" (Michèle Brandini, tratto da Lesbia Magazine, n° 120, Parigi, ottobre 1993).

N.B. Il film, composto di tre parti, presenta nella prima scene di sessualità tra due lesbiche anziane e nella terza tra due lesbiche sadomaso. La parte centrale presenta crude scene di sesso tra due maschi omosessuali. Nonostante la parte centrale, è proposto per il valore complessivo dell'opera.