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Kirsten Lilli

Nel 1995, durante la terza edizione del Festival del Cinema Lesbico Immaginaria, la regista svedese è stata protagonista del dibattito Il tabù della vecchiaia sul suo film Syncrone . Di seguito viene riportato integralmente il testo di Kirsten Lilli, quale contributo teorico al dibattito:

ELABORAZIONE DI SYNCRONE

Nella cultura patriarcale di stampo occidentale esiste un sistema di valori secondo cui la giovinezza coincide con il buono e la vecchiaia con il cattivo, sistema che viene applicato in modo particolare alle donne, e che condiziona la nostra vita sociale. Ciò significa che essere giovani è considerata una qualità preziosa, coincidente con la bellezza, l'attrattiva, l'attività, ed essere vecchie è invece ritenuto identico ad essere brutte, prive di attrattiva, insopportabili, senza significato o valore, rigide e spente (è diverso per gli uomini anziani così come per gli alberi antichi e , soprattutto per gli individui all'antica, o i mobili d'antiquariato...). Vorrei provocare una discussione a partire dall'ipotesi che una donna può, anche grazie all'età, essere bella, affascinante, attraente, sensuale, autodeterminata, attiva e vivace. Ho quindi cercato di trovare immagini che mostrassero la bellezza di un corpo di donna anziana e che creassero una caratterizzazione di vitalità affascinante ed esigente. E’ stato essenziale il fatto che l’attrice possedesse tale carica.

Diversamente da tutte le altre arti (letteratura, scultura, pittura, fotografia, ecc.), si può dire che non esistano nel cinema scene d’amore ben realiz-zate: per la maggior parte sono voyeuristiche (e spesso anti-femminili o pornografiche), oppure sono omesse. Ho tentato di creare una scena d’amore in cui al pubblico venisse offerta la possibilità di identificarsi con immagini positive di donne, una scena di cui non si potesse essere spettatrici distanti, usando la macchina da presa in modo soggettivo, attraverso primi piani realizzati da vicino e fotografia di atmosfera.

Oggi i film sono composti da immagini e suoni ed è importante che nel mio film la musica sia stata realizzata dalla scuola "Materasu", una scuola femminile di percussioni sciamaniche. La musica di solito ci manipola dal punto di vista fisico e psicologico in modo tale che la nostra individualità ed esperienza sono ridotte ad una sfera limitata e prestabilita. Maria Schiran, Katharina Müller e Nina Lienhardt hanno ricostruito parte della consa-pevolezza femminile attraverso una musica totalmente diversa da quella patriarcale, tanto complessa e viva quanto la vita reale. La canzone principale "Deep Woman" (Donna profonda), è composta, cantata e registrata da Jana Runnals, la cui musica ha estrema importanza per il movimento femminista.

Il cinema è un mezzo di comunicazione di massa che condiziona la cultura e, dunque, offre una nuova dimensione alla diffusione di conoscenza, diversa da quella offerta da letture, gruppi di lavoro o altri tipi di scambi personali diretti. Esso offre una dimensione diversa anche da quella dei libri, che vengono letti da una classe sociale in diminuzione. Penso che sia importante, dal punto di vista politico, non lasciare i mass-media come il cinema agli uomini, ma usare attivamente questa forma per una comunicazione ed uno scambio della cultura delle donne e del pensiero femminista.

REALIZZAZIONE DEL FILM

"Transformation" ("Trasformazione"), un capitolo del libro di Luisa Francia intitolato Kalypso, mi ha affascinato ed ispirato a lavorare su questa tematica per creare un film che rappresentasse l’incontro con la propria anzia-nità. Da questo punto di partenza, la storia si è sviluppata attraverso un processo lungo, difficoltoso ed affascinante. Ciò è avvenuto perché il tema ed i tabù ad esso collegati hanno acquistato vita nel corso del lavoro ed hanno dato prova della loro verità. Ad esempio, l’attrice giovane aveva in effetti seri problemi ad avvicinarsi, fisicamente e psicologicamente, ad una donna anziana. Ho dovuto quindi lavorare in modo più formale di quello che avevo previsto, cioè ho avuto bisogno di più materiale ed ho dovuto riprendere alcune scene con controfigure. L’attrice anziana invece è entrata completamente nella parte (contrariamente ai miei timori), nonostante le sue sofferenze fisiche. E’ veramente una donna bella, attiva, autodeterminata ed aperta.

Per realizzare il film, ho lavorato unicamente con donne. Non solo a causa delle situazioni di intimità sulla scena, e non solo per l’esperienza acquisita nel movimento femminista sul fatto che la presenza di un solo uomo modifica la comunicazione fra donne, ma anche per poter creare un’immagine da donna a donna, senza influenze maschili. E’ chiaro che donne e uomini reagiscono al film in modo totalmente diverso, ed è un fatto inaspettato anche per me quanto possano essere diverse le reazioni al semplice racconto di una storia.

Lilli Kirsten