- Mostra di arti visive - Visual art exhibition -

DAL 17 AL 20 NOVEMBRE

 

 

 

 

FROM THE 17th TO THE 20th OF NOVEMBER

 



La memoria dell’acqua

 “La memoria dell’acqua” rappresenta uno dei passaggi fondamentali nella ricerca fotografica di Jacqueline Domin. Essa prende vita dalla consapevolezza di come l’Acqua nelle sue metamorfosi cicliche (da acqua corrente a nuvole, a ghiaccio e di nuovo liquida) mantenga il ricordo di ciò con cui è venuta in contatto, pur conservando la propria personalità. L’Acqua dunque dispone di un’esperienza straordinaria che viene ritrasmessa all’umanità. Per questo fin dai primordi della civiltà è considerata sacra e curativa, veicolo prezioso di equilibrio e di saggezza nonché ispiratrice di innumerevoli miti e leggende. Le opere svelano la magia di questo elemento in cui i riflessi dorati sulle onde, le forme plastiche a filo d’acqua divengono aspetti di una realtà unica, dove Luce e Ombra prendono vita.

Jacqueline Domin

Fotografa naturalista autodidatta, nasce a Parigi. Tuttora vive a Roma dove insegna atha yoga. Da questo insegnamento nasce la sua tecnica fotografica, basata su sospensione e continuità del respiro. Da diversi anni pratica fotografia subacquea, in quello che lei definisce uno "spazio senza tempo". A partire dal 2000 partecipa a diversi eventi culturali, suscitando notevole interesse per la bellezza delle sue immagini, sempre al limite del reale. Tra questi "La memoria dell'Acqua" a Olbia nell'ambito della rassegna internazionale "Sardegna subacquea". "Seguendo la Dea ",  presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma in occasione de " La Notte Bianca ".  Nuovamente in Sardegna durante "Notte sotto le Stelle", manifestazione di alta moda (Renato Balestra): proiezione delle immagini durante la sfilata. "DonnArte" organizzata dal Comune di Roma. Segnalazione al concorso fotografico nazionale "Vittorio Bachelet".



Ho
scelto di inseguire la notte

Il lavoro è stato realizzato con la tecnica del polaroid e si muove attraverso il linguaggio della fotografia e il linguaggio della parola. Il titolo è infatti il primo verso della prima poesia. In un rapporto intimo del corpo con la natura e del corpo con se stesso viene analizzata la paura dell'abbandono, viene raccontata la storia del superamento di questa paura, la storia di una crescita interiore. 

 Francesca Manzini

Nata a Roma il 3 settembre 1982, dopo il diploma di liceo classico conseguito nel 2001 si iscrive all'Istituto Europeo di Design per studiare fotografia. Nel 2004 si diploma portando come lavoro di tesi "Ho scelto di inseguire la notte"  che nel dicembre dello stesso anno presenterà ed esporrà in una mostra nell'ambito della manifestazione "Tesi ed Eventi" presso la Casa Internazionale delle Donne. Nel 2005 continua la sua ricerca fotografica attraverso lavori come "Ophelia", e "Marmeid", che viene esposto in una mostra organizzata dalla Galleria Stella di Roma.

 

Femminismo di ieri: Agenda 1974

Mostra fotografica e documentaria

La mostra intende riguardare, a più di trent’anni dal suo svolgersi, la storia dei diritti delle donne e i temi, i conflitti e le conquiste del femminismo attraverso la documentazione reperibile nel centro Archivia – foto, manifesti, libri, volantini, ciclostilati, riviste, libri, etc. – guidate dal filo conduttore dell’agenda degli appuntamenti di una militante del femminismo romano dell’epoca: Edda Billi del Movimento Femminista Romano di Via Pompeo Magno.

Trent’anni fa lo striscione che apriva la manifestazione dell’8 marzo a Roma aveva lo slogan Siamo più della metà e non contiamo niente e tante, nel 1974, furono le mobilitazioni delle donne per modernizzare il paese: il no al referendum di abrogazione della legge sul divorzio, l’abrogazione degli articoli del codice Rocco che inscriveva l’aborto nei reati contro la stirpe, la riforma del diritto di famiglia.

Con le forme comunicative più varie – girotondi alle manifestazioni, incontri all’Università, digiuni e sit in piazza, spettacoli nei quartieri e al mercato, Convegni con ospiti internazionali, pubblicazioni di riviste e ciclostilati - il movimento femminista ha dato voce alla necessità di ribaltare l’oppressione secolare sul genere femminile, provocando su tanti temi - sessualità, autodeterminazione, famiglia, lavoro e relazioni – cambiamenti epocali. 

Roma è stata la punta del “femminismo di piazza”: vi si svolgevano, da Piazza Farnese a Piazza Navona, dal Colosseo ai giardinetti, da Via Cavour a Piazza Venezia, manifestazioni e sit in; ma è stata anche laboratorio di progettualità che ha dato i suoi frutti successivamente.

Contestualizzata negli avvenimenti generali che segnarono il paese e la città, la mostra è pertanto anche una rappresentazione della cronaca di un anno di questa città, vissuta con un’ottica particolare, lo sguardo ribelle, ironico e riflessivo di quella metà che non contava (non conta?) niente.

 



Ultimo aggiornamento 25 Ottobre 2005 - Last Update 25 October 2005