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Cristina Vuolo

"Gioca" con la telecamera dal 1992, senza alcuna formazione teorica nè tecnica, lavorando in casa, con attrezzature in prestito. Ha cominciato ad attraversare con la telecamera luoghi di donne (mostre, seminari, convegni, serate). La telecamera è il suo accesso al mondo, il primo sguardo al di fuori di sè. Come dice lei stessa: "Un senso di realtà esaltante e avvilente, ma finalmente una voglia di esserci". Ha realizzato il cortometraggio sperimentale Se la mia amica entrasse (1995), proiettato alla quarta edizione di "Immaginaria" e all'ottavo Festival "Quand les lesbiennes se font du cinéma" di Parigi del 1996, Sommerso, proiettato alla sesta edizione di IMMAGINARIA, A piedi nudi proiettato e Premio Speciale IMMAGINARIA alla settima edizione, "Papayoni. Creatura immorale" e "Cuori di pietra" proietati rispettivamente alla undicesima e dodicesima edizione di Immaginaria.